mercoledì 24 agosto 2016

I terremoti e l'energia liberata


Quando parliamo di terremoti dobbiamo pensare a energia che si libera lungo i bordi delle placche o lungo i piani delle grandi faglie (piani di rottura) a seguito di accumulo di energia che si è avuto durante il lento e progressivo movimento delle zolle. Possiamo capire fisicamente il fenomeno pensando di tenere tra le mani un ramoscello e poi di piegarlo. In questa operazione distinguiamo le seguente fasi:
Fase_0: il ramoscello inizialmente non possiede alcuna energia in quanto è a riposo;
Fase_1: se piego il ramoscello trasferisco energia dal mio corpo al ramoscello e il ramoscello accumula energia elastica
Fase_2: quando il ramoscello è piegato se vogliamo recuperare energia è sufficiente lasciare ritornare il ramoscello nella posizione originaria;
Fase_3: la deformazione del ramoscello dura fino al limite di rottura ( il ramo si spezza liberando energia e quindi onde sismiche)
Possiamo capire questa analogia sostituendo al ramoscello delle placche e dicendo  che le placche possono scorrere una sull'altra, allontanarsi una dall'altra o urtarsi una contro l'altra. Quando la tensione interna supera la resistenza d'attrito lungo il piano di faglia le placche improvvisamente "scattano". Questo si spiega dicendo che la deformazione (accumolo di energia elastica)  dura fino al limite di rottura delle rocce, perchè nel momento della frattura, si libera l'energia elastica prima accumulata, sotto forma di vibrazioni. Queste vibrazioni sono le onde sismiche  che giunte in superficie causano il terremoto e sono avvertite dalla popolazione sotto forma di scosse. (Questo è il terremoto!)
Il punto del sottosuolo da dove si libera energia prende il nome di ipocentro mentre il punto della superficie terrestre situato verticalmente sopra l'ipocentro è detto epicentro, punto in cui il terremoto si manifesta con la sua massima intensità; la rottura della crosta terrestre avviene lungo il piano di frattura detto di faglia.
Per concludere ricordiamo che i terremoti possono essere:
a) superficiali se l'ipocentro si trova tra 0 e 70 km di profondità;
b) intermedi se l'ipocentro si trova tra 70 e 300 km di profondità;
c) profondi se l'ipocentro supera i 300 km di profondità fino a 700 km;